Buongiorno,
a seguire il comunicato stampa, con preghiera di diffusione, con le iniziative di commemorazione che si terranno ad Ancona il 7 e l'11 luglio in occasione del ventennale del genocidio di Srebrenica.
Per qualsiasi info: Raffaele Cerulli presidente Agorà Dorica 3284195006 .
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Amnesty International Gruppo Ancona e l'associazione culturale Agorà Dorica vi invitano sulla scalinata del Passetto il 7/7 e alla Festa per la Libertà dei Popoli l'11/7, in occasione delle due serate di fronte al mare Adriatico per ricordare, riflettere e continuare a chiedere giustizia per le vittime del genocidio di Srebrenica, affinchè non accada mai più! Due serate, in due luoghi simbolo della Ancona che guarda il suo mare e Al di la' del mare scorge quella che i più anziani continuano a chiamare la Jugoslavia. Due serate in luoghi che aiutano a pensare e a cercare di capire come vent'anni fa sia potuta accadere una tragedia come quella che vogliamo ricordare e come continuare a pretendere giustizia per le vittime in modo che non accada mai più. Il 7 luglio sulla scalinata del Passetto di Ancona alle ore 20.00 "Al di là del Mare - uno sguardo su Srebrenica nel ventennale del genocidio" incontro con Pierfrancesco Curzi giornalista e scrittore e Paolo Pognocchi, vicepresidente Amnesty International. L'11 luglio ala esta per la libertà dei popoli presso il Forte Altavilla di Ancona alle ore 19.30 "Srebenica la giustizia negata", presentazione del libro di Luca Leone e Riccardo Noury e collegamento audio da Srebrenica con il giornalista Pierfrancesco Curzi.
Srebrenica 1995 - 2015
Srebrenica, Bosnia Erzegovina, 11 luglio 1995: oltre diecimila maschi tra i 12 e i 76 anni vengono catturati, torturati, uccisi e inumati in fosse di massa. Stesso destino hanno alcune giovani donne abusate dalla soldataglia. Le vittime sono bosniaci musulmani, da oltre tre anni assediati dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache agli ordini di Ratko Mladić e dai paramilitari serbi.
Quattro lustri dopo, rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e considerati da alcuni persino degli “eroi”.