I divieti saranno pubblicati in Gazzetta ufficiale, con la mappa delle regioni divise in "livelli" in base alla diffusione del contagio.
Sarà possibile conoscere la categoria nella quale ogni regione è stata collocata, solo nelle prossime ore, ma si sa già che la classificazione in zone a diverso livello di contagio è stata stilata dal Governo sulla base dell'indice Rt e di altri 21 criteri.
Partiamo dai numeri, al 3 novembre, del contagio da Covid-19: 759.829 persone hanno contratto il virus in Italia dall’inizio dell’epidemia. Di queste, sono decedute 39.412, 302.275 sono guarite o sono state dimesse. L’ultimo bollettino registra 353 persone positive decedute e 28.244 nuovi casi accertati, 28.244 (pari a circa il 15% dei 182.287 tamponi) sono i nuovi casi accertati. Ma il dato che interessa e preoccupa di più è il numero dei pazienti positivi al virus attualmente ricoverati in terapia intensiva: 2.225. Perché anche stavolta, è a rischio la tenuta del nostro sistema sanitario a fronte di ricoveri "di massa", dove è poi difficile garantire risposte adeguate a tutti i pazienti, non solo a chi ha contratto il Covid-19.
Nella nostra regione, più del numero dei nuovi contagi, c'è un'altra preoccupazione, la scarsa quantità di tamponi. L'assessore alla Sanità Saltamartini ha fatto sapere che la Regione sta per terminare le sue scorte. Il problema di fondo, forse, un ordine minore rispetto alle concrete necessità. Preoccupa anche la mancanza di infermieri, che ha dato il via a 3mila nuove assunzioni. In aumento i casi con sintomi anche gravi nelle Rsa.
Questa la premessa da cui si apre un nuovo scenario dopo il DPCM firmato da Conte in tarda serata di martedì 3 novembre: in tutto il territorio nazionale, varranno le regole per la didattica a distanza al 100% dalla seconda media alle superiori, con eccezioni per studenti disabili. Nelle zone verdi, dad solo per le scuole superiori. Trasporto pubblico a capienza ridotta al 50%. Dalle 22 scatta il "coprifuoco": fino alle 5 si potrà uscire di casa solo per motivi di lavoro, salute, necessita ed urgenza. Tornerà l'autocertificazione. Chiusi musei e mostre. Sospese le prove dei concorsi.
Ma quali misure, restrizioni, chiusure comporterà l'appartenenza ad ogni categoria? In base a prime indiscrezioni, la restrizione maggiore sarà il divieto di circolazione sul territorio, anche tra province, e di ingresso/uscita nelle zone rosse. Chiusi sempre, e non più dalle 18, bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti (questi potranno fare solo servizio a domicilio), aperte solo attività di catering e mense. Resteranno operative tutte le aziende, aperti i supermercati e le farmacie. Chiusi negozi non alimentari ma si salvano parrucchieri ed estetiste. Centri commerciali chiusi nei prefestivi e festivi.
Nelle zone arancioni, di livello intermedio, l'inasprimento dei provvedimenti riguarda la chiusura h24 di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie ma restano aperti parrucchieri e centri estetici. Vietato ogni spostamento tra Comuni diversi da quello di residenza o del domicilio, salvo che per ragioni di lavoro, studio, salute o emergenza.
Ci sono poi le regioni "verdi" - e pare vi rientri anche la regione Marche - dove poche sono le differenze rispetto al precedente DPCM. Il coprifuoco scatta dalle 22 alle 5 del mattina. In questa fascia oraria è vietato uscire di casa, eccetto che per motivi di salute, lavoro o urgenza. Nelle Marche già in vigore per l'ordinanza del governatore Acquaorli la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e la riduzione della capienza al 50% dei posti negli autobus del trasporto pubblico locale. L'accesso ai parchi sarà consentito, come pure l'attività sportiva all'aperto, ma rispettando il distanziamento interpersonale di un metro. Restano confermate le attuale misure come l'uso h24 della mascherina, la chiusura di bar e ristoranti alle 18.
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di Cristina Carnevali
redazione@viverejesi.it