La L.A.C., Lega per l'Abolizione della Caccia, ricorrerà al TAR contro la Delibera n. 192 della Giunta regionale che autorizza il prelievo in deroga dello storno per il 2013 nelle Marche. La Delibera, infatti, non tiene minimamente conto dei pareri contrari espressi in merito dell'ISPRA, che è l'organo scientifico preposto al censimento ed al controllo della fauna selvatica. In particolare, l'ISPRA sottolinea come la delibera regionale non preveda sistemi di prevenzione dissuasivi ed incruenti per allontanare gli uccelli dalle colture, ma contempli esclusivamente la possibilità dell'abbattimento degli animali. Inoltre, la pianificazione degli interventi sul territorio non trova una giustificazione documentale sugli effettivi danni prodotti da questa specie alle colture, come pure sulla loro quantificazione e localizzazione territoriale. Anche l'utilizzo dei richiami, siano essi vivi che inanimati, va contro ogni logica, in quanto lo scopo dell'intervento dovrebbe essere quello di allontanare gli storni dalle colture minacciate, non certo quello di attirarli! Come pure il fatto di estendere l'areale degli abbattimenti degli storni al di fuori delle aree coltivate, ampliandolo ai “nuclei vegetativi sparsi”, non risponde certo ad una logica di contenimento dei danni, ma va solo incontro agli interessi sterminatori dei cacciatori. La LAC ritiene quindi che questa delibera sia palesemente illegittima e rappresenti solo la classica “ciliegina sulla torta” dei politici in favore dei cacciatori, specie dopo l'ennesimo regalo del calendario venatorio, confezionato a loro eslusivo uso e consumo, anch'esso impugnato dalla LAC e sulla cui legittimità il TAR si pronuncierà nei primi giorni di ottobre.
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giovedì 26 settembre 2013
La Lega Anticaccia ricorre al TAR contro la caccia in deroga.
La L.A.C., Lega per l'Abolizione della Caccia, ricorrerà al TAR contro la Delibera n. 192 della Giunta regionale che autorizza il prelievo in deroga dello storno per il 2013 nelle Marche. La Delibera, infatti, non tiene minimamente conto dei pareri contrari espressi in merito dell'ISPRA, che è l'organo scientifico preposto al censimento ed al controllo della fauna selvatica. In particolare, l'ISPRA sottolinea come la delibera regionale non preveda sistemi di prevenzione dissuasivi ed incruenti per allontanare gli uccelli dalle colture, ma contempli esclusivamente la possibilità dell'abbattimento degli animali. Inoltre, la pianificazione degli interventi sul territorio non trova una giustificazione documentale sugli effettivi danni prodotti da questa specie alle colture, come pure sulla loro quantificazione e localizzazione territoriale. Anche l'utilizzo dei richiami, siano essi vivi che inanimati, va contro ogni logica, in quanto lo scopo dell'intervento dovrebbe essere quello di allontanare gli storni dalle colture minacciate, non certo quello di attirarli! Come pure il fatto di estendere l'areale degli abbattimenti degli storni al di fuori delle aree coltivate, ampliandolo ai “nuclei vegetativi sparsi”, non risponde certo ad una logica di contenimento dei danni, ma va solo incontro agli interessi sterminatori dei cacciatori. La LAC ritiene quindi che questa delibera sia palesemente illegittima e rappresenti solo la classica “ciliegina sulla torta” dei politici in favore dei cacciatori, specie dopo l'ennesimo regalo del calendario venatorio, confezionato a loro eslusivo uso e consumo, anch'esso impugnato dalla LAC e sulla cui legittimità il TAR si pronuncierà nei primi giorni di ottobre.
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